Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Oltre 10 milioni di persone lavoravano nell’agricoltura, per cui il 18 dicembre 1968 il Vice Presidente della Commissione Europea, responsabile della politica agraria, lanciava l’omonimo “ Piano Mansholt” per l’ammodernamento, con misure sociali atte a favorire l’abbandono della terra per una ristrutturazione delle imprese in grado di sopravvivere.
     L’1-2 dicembre 1969 nel vertice dell’Aia i capi di stato o di governo si accordavano sulle linee generali di una politica europea per la ricerca tecnologica e decidevano di passare dalla fase transitoria a quella definitiva: adottando i regolamenti agricoli e stabilendo il principio delle risorse proprie della C.E.E., si pronunciavano per la realizzazione di un’unione economica e monetaria, per il rafforzamento delle istituzioni e per l’allargamento della comunità (dando nuovo impulso alla cooperazione politica), sul finanziamento della politica agraria, sull’aumento dei poteri del Parlamento Europeo in materia di bilancio (problemi che avevano originato la crisi del giugno 1965): si tendeva così a consolidare, rafforzare ed allargare la Comunità.
     

Una voce unica

     Il 9 febbraio 1970 i governatori delle banche centrali si accordavano su un sistema di sostegno monetario a breve, verso una maggiore solidarietà monetaria. Il 21-22 aprile 1970 il sistema delle risorse proprie prevedeva un finanziamento attraverso dazi doganali su prodotti importati da paesi terzi, prelievi su importazioni agricole, nonché l’1% sull’I.V.A.: il Trattato di Lussemburgo del 22 aprile 1970 (in vigore dal 1° gennaio 1971) in materia di bilancio consentiva il finanziamento graduale della Comunità e l’estensione dei poteri di controllo del Parlamento.