Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     L’anno prima, nella fase preparatoria, Coudenhove-Kalergi aveva posto il quesito: 1) ritenete necessaria la creazione degli Stati Uniti d’Europa? 2) ritenete possibile la creazione degli Stati Uniti d’Europa? Le risposte affermative erano di personalità del calibro dell’ex cancelliere austriaco Ignazio Seipel, del ministro degli esteri cecoslovacco Edward Benes, del presidente del consiglio cecoslovacco Massimiliano Harden, del presidente del consiglio francese Edouard Herrit. Vittorio Scialoja, rappresentante del regno d’Italia presso la Società delle Nazioni, aveva risposto: “Ritengo che gli Stati Uniti d’Europa o almeno dell’Europa Occidentale e Centrale dovrebbero costituirsi per la pace e lo sviluppo economico non solo del nostro continente ma del mondo”. Una risposta nobilissima, garbatissima, che sa però di amor platonico!
     Per il poeta austriaco Hugo von Hofmannsthal (1925) ogni grande personaggio diviene europeo, Cesare, Petrarca, Napoleone, Bach, Beethoven: osserviamo, non europeo, non russo come ambiva Dostoievskj, ma mondiale!
     Giuseppe Antonio Borgese pubblicava Ottocento Europeo (1927) e Luciano Magrini “Il dramma di Saraievo. Origini e responsabilità della Guerra Europea” (1929).
     Robert de Traz nel 1929 invitava l’Europa ad unirsi. Contemporaneamente, il presidente francese Aristide Briand, suggestionato da Coudenhove-Kalergi, con l’appoggio del ministro degli esteri tedesco Gustav Stresemann (che aveva condiviso con lui il Nobel per la Pace nel 1926), nel suo famoso discorso a Ginevra del 5 settembre 1929 alla Società delle Nazioni, proponeva la creazione di un’unione europea, senza intaccare la sovranità dei vari stati, per una più stretta collaborazione nel quadro di un’organizzazione internazionale. Era un anno di grandi difficoltà economiche, segnato dal crollo della borsa, per cui si era capito che occorresse orchestrare meglio, potendo simili crisi coinvolgere e sconvolgere tutte le nazioni. Briand nel 1925 aveva firmato il patto di Locarno, per promuovere un riavvicinamento franco-tedesco, nel 1928 con il patto Briand-Kellog 60 nazioni condannavano la guerra come strumento di politica nazionale. Briand nel 1930 presentava alla S.d.N. un Memorandum sull’organizzazione di un regime di unione federale europea, redatto dal poeta Alexis Léger: preconizzava una conferenza di stati, un comitato politico, un segretariato ed un tribunale europeo, ma non aveva seguito; cessata la crisi, ogni sogno svaniva, per di più Briand nel 1932 moriva.