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Paul Valéry, pur trovandosi nel 1922 in una Francia vittoriosa, parlava di miserabili europei, i quali avevano perso tante occasioni: non voleva infatti esserne l’ultimo vero! L’ Europa, dilaniata da due guerre mondiali, così vicine e conseguenziali l’una con l’altra, comporta già e comporterà ancor più una forte lacerazione negli spiriti, che si ricompatterà soltanto con il processo di unificazione europea.
Il conte Richard Coudenhove-Kalergi, pur essendo figlio di un nobile di una regione tedesco-boema e di una giapponese, ispirandosi alla nascita degli Stati Uniti d’America (1776), all’unificazione svizzera (1848), al Reich tedesco (1871), nel 1922 lanciava un appello, attraverso la radio austriaca e tedesca, per creare la “Paneuropa” e nel 1923 pubblicava il suo libro intitolato “Paneuropa”, con l’omonima sua casa editrice. Il programma veniva adottato in un grande congresso a Vienna, dove convenivano delegati di 27 stati, in cui dichiarava che la fase teorica dell’Unione Paneuropea era chiusa ed iniziava la fase tecnica. Osserviamo che si trattasse di condizione necessaria ma non sufficiente, infatti tutto rimarrà puramente teorico. |