Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Friedrich List (1789-1846) si batteva per l’unione doganale tedesca (1834), lo “Zollverein”, ma ammetteva i dazi produttivi con l’esterno, infine si suicidava. Lo Zolverein nel 1842 riuniva 25 piccoli stati con in tutto 26 milioni di abitanti e nel 1867 si era dotato di un parlamento doganale ma nel 1871, con la costituzione dell’impero tedesco, cessava di esistere.
     Mazzini, che nel 1829 aveva scritto sul “Conciliatore”, redigeva a Berna il 15 Aprile 1834 la prima carta d’un movimento di militanti europei, intitolata “Giovine Europa”, e scriveva Dell’iniziativa rivoluzionaria in Europa (1834).
     Per Mazzini, influenzato letterariamente da moduli foscoliani, eran finite le iniziative individualistiche settecentesche e napoleoniche, bisognava ritemprare la nazionalità e metterla in armonia con l’Umanità, ossia redimere i popoli con lo sviluppo di una grande azione umanitaria, per acquistare il diritto di cittadinanza nella giovine Europa.
     All’ispirazione della “Giovine Europa” hanno concorso fraternamente la “Giovine Italia”, la “Giovine Svizzera”, la “Giovine Germania”, la “Giovine Polonia”, la “Giovine Francia” e la “Giovine Austria”: un patto di base per ridisegnare la cartina dell’Europa e per proporre una federazione di Repubbliche che, in numero di 14, dovevano formare il primo nucleo di unità continentale.
     In Italia si formavano due correnti sovranazionali, una democratico-repubblicana (Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Giuseppe Ferrari, Giuseppe Montanelli), l’altra ispirata ai neo-guelfi (Cesare Balbo, Massimo d’Azeglio, Vincenzo Gioberti, Antonio Rosmini).