Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Il Consiglio Europeo di Edimburgo dell’11-12 dicembre 1992 decideva di modificare la composizione del Parlamento Europeo, tenendo conto soprattutto dell’unificazione tedesca, divenendo i membri 567 così ripartiti: 6 Lussemburgo; 15 Irlanda; 16 Danimarca; 25 rispettivamente Belgio, Grecia, Portogallo; 31 Olanda; 64 Spagna; 87 Gran Bretagna, Italia, Francia; 99 Germania. Inoltre il Consiglio raggiungeva un accordo su varie questioni, essenziali per il progresso dell’unificazione europea e per la ripresa economica; venivano fissate le sedi delle istituzioni, riconoscendo una realtà di fatto mai definita giuridicamente: la sede della Comunità a Bruxelles, una parte dei suoi servizi a Lussemburgo, il Consiglio dell’U.E. a Bruxelles (però si riunisce a Lussemburgo 3 mesi all’anno), la Corte di Giustizia, la Corte dei Conti e la Banca Europea per gli Investimenti a Lussemburgo, il Comitato Economico e Sociale e il Comitato delle Regioni a Bruxelles; la novità è nel Parlamento: sede ufficiale a Strasburgo, dove si svolgono le sessioni plenarie, il segretariato generale a Lussemburgo, le Commissioni Parlamentari si riuniscono a Bruxelles dove si tengono (questa è la novità) anche le sessioni plenarie “supplementari” più brevi. La ricerca di una maggiore omogeneità economica e sociale era uno degli obiettivi essenziali del Trattato di Roma: al vertice di Edimburgo il Consiglio decideva che il fondo di coesione disponesse di 15 miliardi di ecu nel periodo 1993-99 con particolare riguardo all’ambiente ed alle strutture di trasporto. Il Consiglio Europeo adottava anche le prospettive finanziarie valide per questo periodo, portando il bilancio da 69 miliardi di ecu del 1993 ad 84 nel 1999. La Commissione metteva a disposizione 500 miliardi di ecu (programma “Envireg”) per la lotta all’inquinamento nelle zone costiere del Mediterraneo.