Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Il trattato istitutivo dalla C.E.C.A. veniva intanto firmato il 18 aprile 1951 a Parigi, nel palazzo del Quai d’Orsay, da “sei” paesi (ossia da Adenauer per la Repubblica Federale Tedesca, Van Zeeland per il Belgio, Sforza per l’Italia, Schuman per la Francia, Bech per il Lussemburgo e Stikker per l’Olanda) e veniva prontamente ratificato dai vari parlamenti nazionali cosicché, con l’entrata in vigore il 27 luglio 1952, diveniva realtà.
     La C.E.C.A. era composta dall’Alta Autorità, da un Consiglio dei Ministri, da una Corte di Giustizia e da un’Assemblea parlamentare per emettere pareri, non per legiferare, e costituiva solo l’inizio di un’ulteriore unificazione.
     Intanto il 27 maggio 1952 dai “sei” era stato firmato a Parigi anche il trattato istitutivo della C.E.D., secondo la medesima dinamica che aveva animato la C.E.C.A., ma un esercito europeo non era né concepibile né attuabile senza il coordinamento di una politica estera comune, per cui i ministri degli esteri dei “sei” incaricavano l’Assemblea parlamentare di approntare un progetto di comunità politica europea.
     Monnet in un discorso a Washington il 30 aprile 1952 aveva detto “ noi non coalizziamo degli stati, noi uniamo degli uomini”. Salvador de Madariaga, ne Lo spirito dell’Europa (1952), affermava “l’Europeo tradisce l’Europa e la sua profonda natura”; Arnold Toynbee faceva dei raffronti tra l’Europa ed il resto del mondo (1953).
     Nel 1953 uno storico, Carl J. Burkhardt, riassumeva magistralmente il pensiero del Duca di Sully comparando il “grande disegno” di questi con gli altri progetti europei di pace perpetua (1953).