Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Carlo V dominava Germania, Spagna, Paesi Bassi, Napoletano, Milanese, Francia, con le alleanze gran parte dell’Europa ma, alla sua morte (1558), come già per Carlo Magno, il sogno di una monarchia universale si dissolveva: l’ideale imperiale, idea platonica che aveva affascinato i due Carli in un arco storico puntellato da Ottone III e Federico II, si eclisserà per un lungo tempo. Anche se a Filippo II, suo figlio, non andava la corona imperiale, l’egemonia europea sarebbe toccata ugualmente, essendo divenuto via via re di Spagna, Portogallo, Napoli, Sicilia, duca di Milano, signore dei Paesi Bassi, conte di Borgogna e Charolais ed altro: l’ossessiva sete di potere di Filippo, autore di una catena di delitti, è ben tratteggiata in una tragedia di Alfieri, un autore che, con i suoi viaggi, ha respirato aria di quasi tutta Europa ed ha inneggiato alla libertà.
     

I Precursori

     Giovanni Battista Spagnoli, detto anche Battista Mantovano (m.1516), beato, poeta ed umanista, secondo Erasmo di Rotterdam “il Virgilio cristiano”, di fronte al pericolo turco invocava l’unione di “tutti i popoli d’Europa”; lo spagnolo Juan Luis Vives ha scritto De Europae dissidiis et bello turcico dialogus (1526) e diceva “ noi abitiamo una regione tra i due mari … la coraggiosissima e potentissima Europa”, riprendendo la contrapposizione greca tra Asia e Europa: insieme al teologo tedesco Gaspard Peucer (1525-1602) è antesignano della comunità europea, avendo pensato che solo la congiunzione di Germania, Francia ed Italia sarebbe stata capace di salvare l’Europa; Anche François de la Noue, soldato ungherese detto “Braccio di Ferro” (1531-91), propugnava una confederazione di stati per cacciare i turchi.