Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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La mozione al Senato

     Sintetizziamo questa mozione al Senato, essendo agli atti, dell'ottobre 1951 in cui esordisce che, in assenza del ministro degli esteri e considerati gli sviluppi, un breve rinvio sarebbe stato opportuno. Infatti questa mozione era stata presentata il 29 luglio dell'anno scorso (1950), qualcosa nel frattempo è mutato, il problema europeo è ora centrale come lo è il problema del riarmo tedesco (non era ancora sul tappeto): perciò le tematiche sono la pace, l'Europa, il problema tedesco, il nostro riarmo. Mozione parallela a quella più vaga di Giovanni Giavi alla Camera, salvare la pace vitale per l'Italia. Le situazioni odierne sono ora due: asiatica ed europea. Si genera qualche botta e risposta.
     Labriola: non dimentichi le due guerre dell'oppio.
     Parri: la Manciuria, la Corea, non sono la Cina.
     Labriola: Se c'è un paese che non è mai stato imperialista è la Cina.
     Parri (cercando di stringere): legge internazionale, organo (ONU), anche se non vi apparteniamo, il governo ha fatto bene ad accettare la mozione Giavi, opportune le trattative con la Russia, ottenere dalle potenze atlantiche e soprattutto da Inghilterra e Francia proposte di soluzione organica dei problemi europei, non soltanto di quello germanico, un piano concreto per mettere la Russia con le spalle al muro, aver lasciato cristallizzare la divisione della Germania, apporto militare di essa rispetto al problema della difesa europea, l'Italia deve cercare un abboccamento con la Russia sul complesso delle questioni europee. Gli USA vedono questi tentativi bilaterali come manifestazione di neutralismo, “come una dimostrazione della mancanza di vitalità dell'Europa”, atteggiamento negativo da parte dell'America nei riguardi dell'Europa. Patto atlantico diluito nel tempo (un anno e mezzo, di sessione in sessione), poi bruscamente si arriva all'ora della sua realizzazione.