Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     Ritiene legittimo il turbamento del nostro popolo di fronte all'incomprensione americana, anche se gli Stati Uniti hanno generosamente agito anche col sangue versato. Nel Patto atlantico non è scritto un mandato all'America percui nulla può impedirci “di far valere la nostra influenza sul piano europeo”. E' vero, l'America paga in Asia lo scotto del colonialismo altrui più che proprio. Se si vuole il nostro armamento bisogna agire di conseguenza anche con la politica industriale. I paesi europei e l'Europa insistono perché questa politica economica nel mondo abbia un senso unico. Civiltà europea, civiltà democratica europea, causa dell'Europa, “unica possibilità di inquadrare su questo piano la Germania”, che deve esser “chiamata a vivere e cooperare anch'essa alla costruzione di una vita democratica europea”, priorità non sentita in America, per non parlare dell'Inghilterra, “nemica di una possibile Unione europea”. Complessità del problema del riarmo tedesco, tra Russia ed il resto d'Europa, la miglior soluzione è l'inserimento “della Germania nella comunità europea”.
     Il problema tedesco è stato centrale per la Russia da due secoli, ma è importante anche per Francia ed Italia. Che questa nazione “debba recuperare parità di diritti con le altre” è fatale, ci si augura al più presto, ma, diremmo, non la si deve lasciare al “fai da te”. Né si può accettare una triplice (USA, Inghilterra, Germania). La Polonia, con metà della popolazione rispetto all'Italia, ha sotto le armi il doppio delle forze, Ungheria, Bulgaria e Romania insieme assommano ai due terzi delle popolazione italiana ma hanno il triplo sotto le armi. Certo l'ipotesi di una guerra non è ora più verosimile per quanto riguarda l'Europa ma la Germania potrebbe esser invasa da est, essendoci il ghiotto boccone di Ruhr, Renania, Lorena. Le forze europee per fronteggiare simile eventualità sono minime, scarse.