Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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L’Atto Unico Europeo

     L’Atto Unico Europeo (A.U.E.) veniva firmato a Lussemburgo il 17 febbraio 1986 da Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Gran Bretagna, Spagna ed il 28 febbraio all’Aia da Danimarca, Grecia ed Italia. Questo nuovo importante strumento istituzionale, modificando il Trattato di Roma, migliorava il funzionamento della Comunità e ne ampliava il campo d’attività: pur rimanendo al disotto delle speranze, veniva ratificato dai parlamenti dei “ dodici”. Particolare merito andava ad Altiero Spinelli che aveva convinto tutte le istituzioni a reagire contro la lentezza paralizzante del processo decisionale: i lavori erano sfociati nel 1984 nel progetto di trattato dell’Unione Europea, che aveva permesso di prendere coscienza dei problemi.
     L’A.U.E., estendendo le competenze della Comunità o consolidando quelle già nella prassi, prevedeva la creazione di un mercato interno entro il 1992, ricerca e sviluppo tecnologico, coesione economica e sociale, miglioramento delle condizioni di lavoro, tutela dell’ambiente.
     Il 15 febbraio 1987 la Commissione adottava un programma d’azione intitolato “Portare l’Atto Unico al successo: una nuova frontiera per l’Europa” ed il 18 il Presidente Delors lo presentava al Parlamento Europeo, che il 18 novembre lo appoggiava.
     Il 14 aprile la Turchia presentava la propria candidatura alla C.E.E.; il 1° luglio entrava in vigore l’A.U.E.: nel suo preambolo veniva riaffermato l’obiettivo generale di dar vita ad un’Unione Europea, con il contributo della Comunità Europea (C.E.) e della Cooperazione Politica Europea (C.P.E.). Alla C.P.E., che sino a questo momento era stata condotta in maniera informale, veniva così dato un fondamento giuridico. Oltre al mercato interno, si potenziavano le politiche comunitarie nei settori della ricerca, dello sviluppo tecnologico e della tutela ambientale, che veniva così istituzionalizzata anch’essa. Dal punto di vista formale, queste disposizioni modificavano ed integravano i trattati istitutivi delle Comunità Europee. La terza parte era dedicata alla politica estera comune, nel quadro della C.P.E.: essenzialmente orientata verso la consultazione reciproca ed il coordinamento intergovernativo, la cooperazione politica era stata opera del Consiglio Europeo e del Consiglio dei Ministri ed aveva associato solo secondariamente le istituzioni comunitarie, come il Parlamento Europeo e la Commissione.