Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Dal febbraio 1957 il Consiglio dell’Organizzazione Europea di Cooperazione Economica (O.E.C.E.) avviava dei negoziati per la creazione della suddetta zona di libero scambio. Proseguendo nell’integrazione, i “sei” si dichiaravano pronti a partecipare a queste trattative.
     

I Trattati di Roma

     I “sei” intanto (Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo), conclusi i negoziati, il 25 marzo 1957 firmavano in Campidoglio i Trattati di Roma, che istituivano la C.E.E. e la C.E.E.A. (o Euratom) i quali, con il trattato istitutivo della C.E.C.A., costituivano la Carta dell’Europa Comunitaria: tutte le campane di Roma suonavano a festa.
     Ratificati nel giro di qualche mese dai rispettivi parlamenti, i Trattati di Roma ottenevano più larghe maggioranze rispetto al Trattato di Parigi che aveva istituito la C.E.C.A., prova sintomatica dell’attenzione e del favore rivolti a questi eventi.
     Tutti i trattati europei si prefiggevano i medesimi obiettivi: espansione economica, miglioramento del tenore di vita, integrazione politica. Tra gli obiettivi immediati, la creazione di un’unione doganale che assicurasse gradualmente la libera circolazione delle merci tra gli stati, lo smantellamento di ogni tipo di ostacoli agli scambi, nonché la libera circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali, oltre all’elaborazione di un certo numero di politiche comuni (agraria, sociale, trasporti, concorrenza, commercio estero, delle legislazioni, etc.) in quasi tutti i settori della vita economica e sociale, creandole, se necessario: la Comunità avrebbe affrontato così i grandi problemi industriali, creando una politica regionale non prevista esplicitamente dal trattato C.E.E., una politica sociale, occupandosi inoltre dell’ambiente, della tutela del consumatore e dell’unificazione dei passaporti.