Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


Pagina 41 di 155       

%


     Nel 1804 lo zar Alessandro I, in una nota al governo britannico, pur distanziandosi dalle idee dell’Ab. de Saint-Pierre, proponeva che alla fine della guerra si costituisse una lega fra gli stati europei e ne scaturisse un nuovo diritto internazionale, un nuovo arbitrato, ma questa soluzione naufragava a causa delle vittorie di Napoleone.
     

L’Europa di Napoleone

     Dopo le battaglie di Austerlitz e di Jena, vinte da Napoleone (1805-06), l’Europa poteva considerarsi una specie di “confederazione”, anche se posta sotto il suo dominio personale e fondata su legami familiari, ma tale da imprimere un capovolgimento politico, palesatosi decisamente nel 1809-10 allorché il blocco continentale ha obbligato Napoleone ad imporre sui popoli d’Europa un sistema più severo ed oppressivo.
     Nel 1809 H.H.L. Heeren nel suo Handbuch ha elaborato la dottrina del sistema europeo, che influenzerà anche il secolo successivo e, primo fra tutti, il Principe di Metternich. Il timore dei conservatori era più che giustificato, la potenza napoleonica era all’apice, lasciar libero corso alle passioni nazionali rischiava di mettere a soqquadro l’Europa, per cui i conservatori si rifugiavano nel tradizionale “equilibrio politico” ripreso dalla scuola di Gottinga, che diverrà la base dottrinale della Restaurazione.
     Con la Rivoluzione Francese, quando i sovrani occidentali predisponevano una coalizione contro la Francia, Saint-Just scriveva che il vero problema francese fosse quello di maturare l’aspetto e l’anima dei governanti francesi. La Francia doveva opporre il genio della libertà e far presa sui popoli. Le prime campagne napoleoniche erano improntate a questo spirito che poi, specialmente riguardo alla Francia, è stato tradito. Tuttavia, merito della Rivoluzione Francese è stato di svegliare dal letargo i popoli, addormentati in grembo prima alle signorie e poi ai ducati, ai principati, ai regni. Infatti italiani, tedeschi, ungheresi, polacchi, sono stati contagiati, specialmente dalle nuove idee costituzionali lanciate da Napoleone al suo ritorno in Francia nei cento giorni (1815).