Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Plinio il Vecchio (61/62-114 d.C.) faceva un altro tentativo (dedicando all’Europa i libri III e IV) ma, usando le medesime fonti di Strabone, prendeva gli stessi granchi, specialmente trattando dell’Europa settentrionale, mentre era più esatto nel descrivere le scienze naturali, anche dei luoghi più remoti, ed esclamava “altrix victoris omnium gentium populi, longeque terrarum, pulcherrima Europa”.
     Tolomeo, infine, faceva una discreta descrizione dell’Europa, compendiata con l’astronomia, seguendo le orme di Marino Tirio, avvalendosi anche degli itinerari o relazioni di viaggi ordinati dai vari imperatori, i quali avvertivano ormai la necessità di descrivere, sia pur sommariamente, l’Europa che avevano conquistato.
     Le monete romane avevano corso in tutta Europa, una moneta unica faceva già da tramite nel bacino del Mediterraneo: il soldo d’oro aveva infatti valore internazionale.
     Negli scritti di Cesare non compare la parola Europa, che usavano invece Virgilio, Orazio, Stazio, Sallustio, Tacito, Appiano e Sant’Agostino.
     

Il monoteismo cristiano

     Il polemista Celso (II sec.) riteneva difficile che asiatici, europei, libici, greci e barbari si mettessero d’accordo per sottostare ad un’unica legge, il monoteismo cristiano. Il poeta latino Claudio Claudiano (370-404) indicava, nemici dell’Europa, il mauro Gildon ed il barbaro Alarico, ed anche nell’invettiva contro Rufino menzionava l’Europa. Sulpicio Severo (360-420) additava San Martino di Tours vanto dell’Europa mentre Sant’Agostino (354-430) nella Città di Dio vedeva da una parte l’Asia, dall’altra l’Europa e l’Africa. Secondo il Ven. Beda (675-755) nella cronaca “dei sei stati del mondo” l’Europa era composta da Gallia, Germania, Spagna ed Italia.