Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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Un'altra lettera di Altiero Spinelli

     In calce alla copia di una lettera a Cabella, Garosci, Giacchero, Parri e Rossi (i nominativi, per non far torto ad alcuno, sono messi in ordine alfabetico) da Parigi, dell'11 novembre 1951 Spinelli, avendo letto quanto riportato dall'“Europeo” si complimenta con Parri, “Poiché immagino che riceverai in questi giorni proteste e anatemi da ogni parte, ci tengo a dirti che ho ammirato il coraggio con cui hai affrontato l'impopolarità, e che condivido completamente la tua posizione sul problema di Trieste”.
     Lasciando da parte gli aspetti formali, ci conviene enucleare attentamente quelli sostanziali di questa lettera circolare e 'cumulativa' di Spinelli agli amici: “Ho discusso in due incontri con Lombardo sulla situazione della conferenza per la difesa Europea. E' riuscito nel suo soggiorno a Roma ad ispirare un senso di fiducia in De Gasperi, quale finora non l'aveva mai avuta. Ho saputo poi che la conclusione che De Gasperi ne ha tratta è stata che egli ha detto che ormai la federazione ce la portano loro su un piatto d'argento”, ma il viaggio di Eisenhower in America ha fatto raffreddare gli entusiasmi, molti pensano che ormai “gli americani non dovevano più essere interessati alla questione dell'unità europea”, accontentandosi di un riarmo piccolo ed immediato. Voci propalate affinché “non se ne facesse più nulla del maledetto esercito europeo”, in altri ambienti “l'interesse per l'unificazione federale europea sussisteva sempre”. “Lombardo (55) spinge sempre con energia affinché all'Assemblea della Comunità per la difesa sia assegnato anche un ruolo di Costituente”.

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(55) Ivan Matteo Lombardo.