Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     “Le pagine piene di senno e senso profetico che egli dedicò alcuni anni addietro agli “Stati Uniti d'Europa” vibrano già di quest'ansia.
     “Ansia di disavvelenare questa parte del mondo, di costruire una organica struttura di solidarietà politiche ed economiche che garantisca per tutti e per ciascuno quella indipendenza dai potenti della terra, alla mercè dei quali siamo e rimarremo se isolati. Che faccia dell'Europa una zona di pace, e con ciò il cuscinetto della pace del mondo. Se una solidalità di destino stringe i paesi d'Europa, li stringa una solidarietà di opere di difesa.
     “Ansia dunque di creare intorno a queste idee quella atmosfera di convinzione pubblica che permette di renderle operanti. Che scuota e muova l'uomo della strada, i Parlamenti ed i Governi.
     “Ansia, amici, di procedere più veloci che le ragioni della guerra, di precedere la perdizione. Perché infine è la nostra libertà che vogliamo salvare; è il nostro ideale di una civiltà che fondi la liberazione e l'ascensione del popolo sullo sviluppo ed arricchimento della personalità umana che vogliamo trasportare su un piano più alto, sul quale solo potrà trovar le condizioni di realizzarsi.
     “Io ho sconfinato dalla semplice parte di “buttafuori” che mi era assegnata. Scusatemi.
     “Mi era difficile non dirvi come la sicurezza ragionata della nostra fede renda invincibile la nostra speranza e debba render fermo il nostro proposito di opere virili
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(15) ACS, b. 125, fasc. 589, ff. 1-5; nel fascicolo, intitolato a matita Sull'idea federalista altri fogli con note manoscritte, “2 tesi MEF, 3 pilastri, non confederazione stati, ma confederazione, Europa Stato, unificaz. Politica, solo unificaz. Politica”. Nel fasc. 588, su carta intestata European Office of the United Nations – Office Européen des Nations Unies, vi è una lettera da Ginevra, Palais des Nations, di G. Frumkin, Divisione di Studi e Programmi della Division Economique pour l'Europe, a Ferruccio Parri Presidente dell'Istituto per gli Studi di Economia, a Milano, del 29 ottobre 1948, per dei chiarimenti, avendo avuto dal prof. Brambilla dei dati di Parri, che ora li rielabora, sulle perdite italiane e sui prigionieri di guerra.